Come abbiamo spiegato nell’articolo inerente le allergie, la reazione allergica non è altro che una risposta errata ed esagerata che il nostro organismo ha in merito all’inalazione, l’ingerimento o anche solo la vicinanza con qualcosa che egli ritiene dannoso ma che di fatto non lo è. Nella prima parte accennavamo, inoltre, che una delle allergie più diffuse è quella al nichel, che, come avrete modo di costatare nelle prossime righe, è una delle più brutte ed impeditive.
Il nichel, infatti, al contrario di come si possa pensare, non si trova soltanto all’interno di numerosi gioielli, piercing e parti metalliche in generale; ma anche in molti alimenti come, ad esempio alcuni tipi di frutta e verdura, prodotti da forno lievitati, pesce azzurro, molluschi, cipolle, aglio, tè, legumi, cacao e persino frutta secca ed acqua!
Ad aggravare la situazione già critica di suo, inoltre, troviamo la presenza di nichel anche all’interno di chiavi, occhiali, cinture, pentole, monete, posate e persino saponi e cosmetici per la pelle! Insomma, cari allergici al polline, se pensavate di essere i più sfortunati, sappiate che, decisamente, non è così, perchè coloro che sono incompatibili al nichel detengono il primato in assoluto. Se, infine, ti ritrovi ad essere allergico ad entrambe le cose, hai vinto, ci arrendiamo.
Tuttavia dobbiamo sottolineare che questo tipo di allergia, si differisce in due branche ben precise, quella da contatto, e quella da ingestione di alimenti. Quest’ultima, in particolare, prevede una totale eliminazione dei cibi dannosi per poi procedere con una lenta e controllata reintroduzione dai 3 mesi successivi in poi.
Sintomi e rimedi dell’allergia al nichel
I sintomi più riscontrati sono quelli di un’apparente dermatite da contatto; la pelle inizia ad arrossarsi producendo lesioni cutanee con delle bolle in superficie. Inizialmente, poi, queste saranno rossastre, gonfie e la pelle sarà ricoperta di piccole vescicole. In caso di contatto prolungato, poi, che si verifica spesso in quanto non sempre si riesce ad arrivare alla diagnosi facilmente, la pelle si inspessisce fino a desquamarsi, addirittura; screpolandosi ed evolvendosi, via via, in un colore più scuro.
Per fare degli accertamenti riguardo la diagnosi, si effettua l’esame noto come “Patch test”, che consiste nell’applicare nella parte alta del dorso del paziente un cerotto intriso di diverse sostanze tra quelle sospettate. Dopo di ciò, a distanza di 48/72 ore, si analizza la reazione della pelle al contatto diretto con il materiale; se la cute risulta infiammata proprio in corrispondenza del nichel, l’esame, chiaramente, dà esito positivo.
Vista la natura allergica di questa condizione, come saprete già se avete dato un’occhiata agli articoli precedenti, non si tratta di una situazione curabile. L’arma migliore, dunque, come sempre è la prevenzione e, nel caso in cui si dovessero avere delle reazioni particolarmente violente, il medico, provvede con la prescrizione di creme ad uso topico (esercitano, quindi, un effetto locale se applicati direttamente sulla zona interessata) o compresse contenenti antistaminici.