Vista l’importanza che abbiamo dato alle malattie infantili negli ultimi articoli, oggi abbiamo ritenuto opportuno parlare di una patologia che, nonostante sia meno usuale, affligge diversi soggetti in tenera età: l’Ossiuriasi. Se non ne avete mai sentito parlare, probabilmente siete tra quelle persone che, fortunatamente, possono ritenersi estranee alla cosa e, in questo caso, servirà una spiegazione più accurata.
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Partiamo col dire che l’Ossiuriasi è una brutta infezione causata da parassiti intestinali e quello che la provoca è il verme “Enterobius vermicularis”; meglio conosciuto come “ossiuro” o, ancora più fastidiosamente, “il verme dei bambini”. Quest’associazione poco carina, come avrete ormai capito, deriva dal fatto che questa infestazione colpisce principalmente i soggetti in tenera età; scolare o prescolare.
Modalità di contaminazione dell’Ossiuriasi
L’Ossiuriasi si manifesta in seguito al trasferimento delle uova del parassita all’interno della bocca. Affinchè questo accada, però, è necessario che il verme finito nell’intestino raggiunga la maturità e deponga le uova e questo avviene in maniera molto semplice: passate tra le due e le sei settimane, infatti, la femmina del verme, durante la notte, inizia a migrare verso l’ano; luogo in cui, in seguito, depositerà le uova entro le pieghe cutanee.
Di conseguenza, i movimenti del verme e la sostanza viscosa delle uova comporta un fastidioso prurito nelle prossimità dell’ano. Questo, equivale, non solo al numero uno dei sintomi, ma anche alla causa della ben più grave infestazione. Una volta che le uova, a seguito del contatto, arrivano in qualche modo alla cavità orale, il gioco è fatto.
In merito a questo fenomeno, inoltre, è importante sapere che questo contatto può avvenire anche in modo non diretto, e cioè anche attraverso vestiti, giocattoli, biancheria da letto o cibo maneggiato dall’ospite. Pertanto, è altrettanto necessario sapere che se l’ossiuriasi è stata diagnosticata anche ad un solo membro della vostra famiglia, è necessario che anche tutti gli altri elementi del nucleo familiare svolgano la terapia; le uova degli ossiuri, infatti, possono sopravvivere nell’ambiente della normale temperatura domestica anche oltre le 3 settimane.
Sintomi e terapia
I sintomi maggiormente riscontrati sono, come dicevamo prima, il forte prurito perianale, escoriazioni ed irritazioni per il continuo grattamento, irritabilità, perdita dell’appetito, dolori addominali ed anche insonnia ed irrequietezza. La diagnosi, invece, potrebbe rilevarsi abbastanza semplice, perchè nelle ore notturne o al mattino presto i vermi, di forma bianca e filiforme possono essere individuati anche ad occhio nudo nell’area attorno all’ano. In alcuni casi, inoltre, si potrebbe riscontrare anche la presenza di uova nelle feci, nelle urine o nello striscio vaginale.
Per debellare gli ossiuri, infine, si ricorre a terapie farmacologiche contenenti mebendazolo, albendazolo o pirantel pamoato. Di fondamentale importanza sono, ovviamente anche le misure preventive come l’alta igiene intima per eliminare le uova rilasciate durante la notte ed il lavarsi spesso le mani al fine di non contaminare altri cibi ed oggetti continuando ad auto-infestarsi.