I parassiti che possono attaccare l’uomo, sono diversi. Può trattarsi, ad esempio, di organismi che riguardano la parte esterna del corpo come zecche, pulci o pidocchi, oppure come di esseri che possono stanziarsi letteralmente a vivere all’interno di noi. In questo articolo, ci occuperemo dei parassiti intestinali, di cui il più famoso è la Tenia, conosciuta anche come “verme solitario” ma che tratteremo nel prossimo articolo.
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In queste righe, invece, proveremo a fare una distinzione molto semplice: quelli che possono attaccare l’uomo, infatti, possono essere sia organismi monocellulari, (chiamati protozoi) invisibili ad occhi nudo, sia pluricellulari (metazoi), costituiti, quindi da strutture complesse e decisamente di dimensioni molto superiori ai primi invisibili ad occhio nudo. I più diffusi, solitamente, sono i parassiti intestinali; dunque vediamo insieme come si contrae un’infestazione e quali sono i sintomi che fanno da campanello d’allarme.
Parassiti intestinali: le cause
La prima informazione da cui iniziare, è certamente quella che riguarda la causa. Per procurarsi un’infestazione intestinale, infatti, è necessario ingerire un alimento contaminato crudo, poco cotto o non lavato adeguatamente. Nella branca dei cibi poco cotti, ad esempio, possiamo trovare diversi tipi di carne o di pesce; come il noto anisakis per il salmone. Per quanto riguarda, invece, quelli non lavati bene, parliamo di verdure ed ortaggi vari concimati con feci umane o acque nere. Altri metodi di contrazione del parassita, inoltre, possono essere quelli di contatto diretto con la cute in cui alcune larve sono capaci di penetrare.
I protagonisti del nostro articolo, però, attecchiscono particolarmente in persone immunodepresse, ossia con un sistema immunitario particolarmente debole, le persone affette già da patologie croniche, neonati o bambini; soggetti più predisposti in quanto hanno l’abitudine di giocare spesso con il terreno senza poi lavarsi accuratamente le mani.
I sintomi
I sintomi riscontrati, dipendono da numerosi fattori, tra questi troviamo la tipologia dell’essere, la località del corpo in cui egli si è moltiplicato, il quantitativo, lo stadio di maturità che ha raggiunto, il sistema immunitario del soggetto che, d’ora in poi chiameremo “ospite” e le sue difese immunitarie. Quelli più comuni sono forti dolori addominali, nausea, vomito, prurito anale, coliti e diarree. (Se hai riscontrato la presenza di vermi nelle feci del tuo bambino non esitare a dare un’occhiata all’articolo dedicato.) Nei casi più gravi, invece, si possono riscontrare anemie, ulcere cutanee, tosse, febbre, brividi, mal di testa ed alta sudorazione notturna.
Un particolare da evidenziare, però, è che i parassiti che attaccano l’uomo, generalmente non tendono mai a provocare reazioni eccessive o addirittura la morte dell’ospite poichè questo, chiaramente, non gli gioverebbe. Per questa ragione, infatti, spesso i sintomi sono lievi ma duraturi nel tempo; in modo che si riesca a dominare lo sfortunato in maniera non troppo irruenta e ci si garantisca un “soggiorno” all’interno di esso il più duraturo possibile.