Dopo aver dato un’occhiata alle principali cose da sapere in caso di Morbillo e Varicella, che potrete trovare rapidamente nella sezione notizie di questo editoriale, oggi, parliamo della Rosolia. Quest’ultima, proprio come le precedenti, è una malattia contagiosa che colpisce prevalentemente in età infantile ed insorge a causa dell’infezione dovuta ad un virus comunemente conoscito come “Rubella Virus”.
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Sintomi e tratti distintivi della Rosolia
Questa patologia, che solitamente ha esito positivo a parte alcuni rari casi, si presenta con le classiche macchioline rosa sulla pelle; ovvero quelle che gli esperti chiamano rash cutaneo. Queste, compaiono, solitamente, in maggior quantità nelle orecchie, la testa ed il collo ma, gorsso modo, albergano in quasi tutto il corpo. Altri sintomi legati alla Rosolia sono, poi, l’ingrossamento di alcuni linfonodi nelle vicinanze del collo e delle orecchie, antralgia, e cioè la comparsa di dolori alle articolazioni e, infine, i comunissimi malesseri del raffreddore.
Se, inoltre, vi state chiedendo come distinguere questa patologia da Morbillo e Varicella è molto semplice: come abbiamo già analizzato negli articoli precedenti, infatti, la varicella comporta la comparsa di piccole croste ed è ampiamente caratterizzata dal forte prurito. Il Morbillo, invece, presenta una differenza evidente nel colore delle macchie che sono di un rosso più acceso. La Rosolia, infine, è caratterizzata da macchie di colore rosastro e quasi mai comporta sensazione di prurito.
La malattia, solitamente, compare dopo circa 2 o, addirittura, 3 settimane dall’inizio dell’incubazione e si identifica molto facilmente attraverso i suddetti puntini. Un fatto interessante da conoscere, inoltre, è che, in alcuni casi, la Rosolia può presentarsi anche in forma asintomatica e, dunque, non comportare alcun sintomo né evidente né accusato dal paziente affetto. Anche in questo caso, però, l’ospite rimane contagioso e può trasmettere, seppur a propria insaputa, una normale infezione.
Come prevenire la Rosolia? Semplice, con il vaccino. In Italia, infatti, da molti anni, simao in possesso del vaccino MPR (Morbillo, Parotite, Rosolia) oppure quello MPRV dove si aggiunge la Varicella. Questo si effettua durante l’infanzia in due inziezioni: la prima tra i 12 ed i 13 mesi; la seconda prima di iniziare con la scuola elementare. Dal 2017 ad oggi, inoltre, questo tipo di vaccinazione è diventata obbligatoria.
Rosolia negli adulti e/o in gravidanza
Anche questa patologia, come le precedenti, agisce in modo nettamente diverso nel momento in cui colpisce gli adulti. Nello specifico si tratta di persone immunodepresse (ovvero coloro che si distinguono per un funzionamento del sistema immunitario leggermente più debole rispetto al solito) oppure le donne incinte. In quest’ultimo caso, la malattia può innescare nel feto la “sindrome da rosolia congenita” meglio conosciuta come CRS. In quel caso, purtroppo, questa può portare ad un aborto spontaneo, morte intrauterina e malformazioni al nascituro; tutto, però, dipende da a che settimana di gestazione ci si trova quando si contrae il virus; più si è vicini al termine, minori sono i rischi.